Etruschi

Etruschi

Essenzialmente concentrate nei territori di Perugia e Orvieto, estremi lembi orientali dell’Etruria, consistenti testimonianze etrusche sono attestate anche a Bettona ed Arna, centri sorti presso la riva sinistra, ma presto inglobati in ambito etrusco. Necropoli e santuari sono presenti anche intorno al Lago Trasimeno e mostrano caratteristiche culturali di tipo chiusino; anche l’alta valle del Tevere ha restituito testimonianze etrusche, tipiche di un’area di confine.
Lo sfruttamento di un giacimento di travertino aggrega invece una comunità impegnata nell’attività estrattiva a S. Andrea delle Fratte, a pochi chilometri da Perugia.
Lo sviluppo di Perugia e Orvieto inizia a delinearsi sul finire dell’età del Bronzo (XI sec. a.C.) per consolidarsi in età orientalizzante (VII-VI sec. a.C.). Già in questa fase è possibile cogliere una sensibile differenza degli insediamenti; più diluiti nel territorio, nel caso perugino, maggiormente concentrati in ambito urbano per la realtà orvietana. Da S. Martino in Campo proviene una sepoltura della prima età del Ferro, metà IX sec. a.C., di cui è esposto un cinerario biconico con decorazioni incise e cuppelle.
La supremazia di aristocrazie extraurbane è del resto bene rappresentata dal caso di San Mariano, in prossimità di Perugia, da cui proviene l’eccezionale corredo di bronzi, esposti in una sala loro dedicata. Analogamente, vanno segnalati i siti di San Valentino di Marsciano e di Ponte San Giovanni da cui provengono altri ricchi corredi. Segno evidente di una rete di piccoli insediamenti, dominati da opulente autorità locali.
Dopo il VI sec. a.C. inizia il processo di formazione della città che troverà piena attuazione nei secoli successivi. Le necropoli cittadine di questo periodo restituiscono materiali tali da ipotizzare una forte richiesta di beni di lusso, certamente non reperibili nel territorio.
Il caso di Orvieto è invece caratterizzato da una fiorente economia e un’accentuata urbanizzazione, già a partire dal VI sec. a.C. Le botteghe dei maestri artigiani, esperti nella bronzistica e nella ceramica, conquistano rapidamente larghi settori di mercato. L’influenza della città sul resto dell’Etruria è enorme. Orvieto è infatti sede del “Fanum Voltumnae” santuario federale di tutti i centri etruschi, riuniti in una lega dal carattere politico-religioso (dodecapoli).
L’Umbria è stata interessata in modo contenuto, rispetto all’Etruria costiera, dal fenomeno delle importazioni di ceramica greca. Orvieto è certamente il centro che ha restituito il maggior numero di vasi di importazione. Tra gli esemplari esposti, tutti di alta qualità, da segnalare il kyathos a figure nere (515-505 a.C.) e l’anfora a collo distinto a figure rosse del Pittore di Syriskos (470 a.C.).

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Ultimo aggiornamento

24 Novembre 2020, 15:06